Come evitare i tranelli assicurativi nascosti nel tuo statuto

Come evitare i tranelli assicurativi nascosti nel tuo statuto

 

Gli enti non profit non sono tutti uguali: alcuni hanno decine di sedi, uffici e dipendenti mentre altri si riuniscono nel tempo libero, ritrovandosi a turno negli appartamenti dei soci stessi. Per non parlare delle finalità e del tipo di attività. 
Ma pur con tutte le loro differenze, tutti questi enti sono tenuti a registrare il loro statuto, ovvero il documento ufficiale depositato all'Agenzia delle Entrate in cui, tra le altre cose, l'organizzazione dichiara che cosa fa e a quale scopo.

Questo statuto è un documento fondamentale anche per assicurare la tua realtà. Per capire la sua importanza devi sapere, infatti, che ogni contratto di assicurazione si basa su quattro elementi:
- l'evento contro il quale stai assicurando il tuo ente (se capita l'evento A, ottieni un indennizzo);
- le persone assicurate (se capita l'evento A alle persone B, ottieni un indennizzo);
- la cifra che otterrai in caso di sinistro (se capita l'evento A alle persone B, ottieni una determinata cifra di indennizzo);
- le circostanze che ti danno diritto all'indennizzo pattuito con la Compagnia (se capita l'evento A alle persone B durante l'attività X, ottieni una determinata cifra di indennizzo).
 

 

Definire il contratto di assicurazione

 

Definire in modo chiaro e trasparente questi quattro elementi è il compito del tuo assicuratore, ed è un mestiere più complesso di quanto possa sembrare. Bisogna fare in modo, infatti, che nel contratto di assicurazione vengano inclusi senza ambiguità gli eventi, le persone e le circostanze potenzialmente interessati dagli imprevisti. E, in più, che siano stabilite cifre adeguate per eventuali risarcimenti.

Come si fa? Ovviamente bisogna conoscere i metodi di lavoro delle realtà del Terzo Settore. E, in questo caso, l'esperienza gioca un ruolo fondamentale.
Ma uno strumento dal quale non si può prescindere in questo lavoro è proprio lo statuto.

Richiamando lo statuto in polizza, le attività lì descritte vanno a definire le circostanze in cui il contratto di polizza è valido. Se si verifica l'evento in circostanze diverse da quelle specificate nel contratto di polizza, la Compagnia ha diritto di negare l'indennizzo.

Per questo, per assicurare la tua associazione, è importante che tu scelga uno specialista del Terzo Settore: solo uno specialista è in grado di adattare un contratto di assicurazione alle caratteristiche della tua organizzazione. Rivolgendoti a un non specialista, rischieresti di ritrovare il nome della tua associazione associato a qualche polizza generica – fatta, magari, per i privati o per le aziende - che esclude esplicitamente le tue attività dall'elenco delle circostanze ammesse alla liquidazione.

 

La consistenza del rischio

 

Ma lo statuto non serve solo a questo: serve anche a definire ciò che in gergo si chiama "consistenza del rischio". Si tratta, in sostanza, del grado di pericolosità della tua associazione, che dipende direttamente dal tipo di attività che dichiari di svolgere nello statuto. Dalla consistenza del rischio, infine, dipende il premio finale della polizza.

In parole povere, assicurare la tua associazione ti costa di più o di meno a seconda della pericolosità della tua attività.

La responsabilità civile dell'associazione "Amici del fungo" - per dirne una - sarà ovviamente più a buon mercato rispetto alla stessa polizza stipulata da una cooperativa che impiega ex tossicodipendenti nel complesso settore della raccolta differenziata.

 

Le specifiche dello statuto

 

Purtroppo, però, non basta fare riferimento allo statuto per essere ben assicurati. Per due motivi:

1: per molte associazioni, specialmente quelle di rilevanza locale e di dimensioni ridotte, lo statuto è un documento che ha un valore più che altro burocratico, e raramente viene aggiornato. Mentre le attività di una non profit, di solito, sono molte e spesso estemporanee, frutto della creatività dei soci e del bisogno di rispondere a bisogni immediati. In pratica, le attività descritte nello statuto non sempre corrispondono a quelle effettivamente svolte dall'associazione;

2: altre volte, le attività descritte nello statuto sono più di quelle realmente portate avanti nella quotidianità dell'associazione. Questo perché avere un raggio d'azione più ampio possibile permette di accedere a un numero più alto di bandi di finanziamento. Un fatto positivo, quindi, se parliamo delle possibilità di sostegno economico, ma negativo se parliamo di assicurazioni, perché più attività significa più rischi e, quindi, una soluzione assicurativa più costosa e non ottimizzata.

Di conseguenza, non sempre lo statuto riporta fedelmente le attività effettivamente svolte. Questa approssimazione può essere una vera trappola per la tua organizzazione: qualora si verificasse un imprevisto durante un'attività che non trova una corrispondenza esatta nello statuto, la Compagnia potrebbe rifiutarsi di liquidare l'indennizzo concordato.

Facciamo un esempio.

Ipotizziamo che Franco sia volontario presso un centro di assistenza per disabili. Lo scopo sociale dell'associazione è erogare servizi di formazione scolastica e professionale ai fini dell'inserimento lavorativo degli utenti.  
Non è prevista somministrazione di alimenti ma una volta all'anno, sotto Natale, si fa il cenone insieme agli utenti e ai loro parenti. Durante questo cenone, per disgrazia, Franco fa cadere un pentolone di acqua bollente sul braccio di un utente mandandolo al pronto soccorso. I suoi parenti, già in difficoltà economiche per le difficili condizioni familiari, si trovano ad affrontare dei costi sanitari imprevisti molto alti, perciò decidono a malincuore di chiedere un risarcimento danni all'associazione.

In questo caso, l'incidente è avvenuto in un contesto che con lo scopo sociale non c'entrava niente: l'assicurazione paga? Se l'oggetto dell'assicurazione presente in polizza fa esclusivo riferimento allo statuto dell'associazione, purtroppo la risposta è no, perché una cena non fa parte delle attività previste. E, d'altra parte, non si può neanche aggiornare lo statuto ogni volta che si fuoriesce dal seminato, anche perché ogni aggiornamento va registrato all'Agenzia delle Entrate.

La soluzione è trovare una formula assicurativa sufficientemente flessibile da essere svincolata dallo statuto.

Vuol dire che il tuo consulente assicurativo deve essere in grado di descrivere le attività che svolgi all'interno della polizza, così da farle essere parte integrante del contratto di assicurazione. Per fare questo servono due cose: esperienza nel settore (per essere in grado di tradurre in "assicuratese" lo scopo sociale e, quindi, le implicazioni operative della realtà in questione) e una polizza sufficientemente flessibile da permettere adattamenti anche in corsa, quando necessario.

Quando parliamo di assicurare il Terzo Settore questo è il lavoro che svolgiamo, attività che ha naturalmente i suoi risvolti negativi. Tanto per iniziare, non possiamo fare preventivi automatici, ragion per cui in questo sito ti chiediamo di compilare un form anziché fornirti un "prezzo" immediatamente. In secondo luogo, il nostro interesse diventa assicurare nel modo giusto: questo, talvolta, significa mantenere i premi al di sopra di una certa soglia minima di protezione.

Se vuoi, possiamo farlo anche con la tua realtà: contattaci e otterrai tutti i dettagli della nostra polizza. Al momento, il nostro è l'unico prodotto sul mercato in grado di fare quello che ti abbiamo spiegato in questo articolo.

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