Istruzioni assicurative per le attività di un'associazione culturale

Istruzioni assicurative per le attività di un'associazione culturale

 

Nel panorama associazionistico, le associazioni culturali rappresentano una delle zone grigie su cui il Codice del Terzo settore avrebbe avuto l'occasione di fare luce. In realtà, purtroppo, l'ambiguità di questa forma di associazione restaviva: ancora oggi, infatti, non esiste una forma giuridica specifica. La normativa di un'associazione culturale corrisponde, quindi, a quella dell'associazione generica.

In sostanza, questo vuol dire che, ancora più che per altri enti non profit, le attività di un'associazione culturale sono molto difficili da inquadrare in un elenco strutturato. Possiamo però dare qualche indicazione utile su come proteggerti nel caso in cui la tua associazione costituisca anche la tua fonte di sostentamento.

 

 

La protezione di un'associazione culturale che è anche fonte di sostentamento 

 

Come ben sai, essere un ente non profit non vuol dire non avere degli utili, ma che questi utili non possono essere distribuiti dai soci: ciò significa che dell'attività di un'associazione culturale si può vivere e, di fatto, questo è il caso di un buon numero di associazioni culturali.

Date queste premesse, dal punto di vista assicurativo devi cominciare a concepire la tua associazione come una vera e propria azienda.

ATTENZIONE: questo è un suggerimento che riguarda le assicurazioni, e non ha nulla a che vedere con la tua fiscalità: se la tua associazione è un'azienda mascherata, allora commetti un illecito fiscale. Se hai bisogno di consulenza in questo senso, ti consigliamo di rivolgerti a un commercialista esperto di associazioni che saprà dirti come muoverti. Ma dal momento che un'assicurazione è una protezione finanziaria dai rischi di certe attività, i ragionamenti che devi fare per capire come proteggerti sono gli stessi.

 

L'obbligo assicurativo e l'impiego dei volontari

 

Tanto per cominciare, le associazioni culturali non sempre impiegano volontari. Se questo è il tuo caso, allora significa che - almeno in teoria - sei sollevato dall'obbligo assicurativo, che è effettivo solo laddove ci sia attività volontaria.

Ma questo non significa che l'assicurazione per te sarebbe superflua: significa solo che la legge non dà disposizioni in merito. Vediamo di seguito, allora, alcuni consigli pratici.

 

Qualche consiglio utile


Prima di tutto copri la tua Responsabilità Civile. Questa copertura serve a proteggersi nel caso si riceva una richiesta di risarcimento da parte di qualche soggetto esterno alla tua associazione. Soprattutto se sei il presidente, questa è una tutela indispensabile perché, nel caso in cui le casse dell'associazione non siano sufficienti, il debito ricadrebbe interamente sulle tue spalle (a meno che tu non sia un'associazione con personalità giuridica).

In secondo luogo, accertati che la tua assicurazione copra anche i danni causati da soggetti che hanno con te un rapporto di dipendenza lavorativa, fosse anche occasionale: non tutte le polizze di Responsabilità Civile lo fanno, specialmente se parliamo delle polizze rivolte ai privati (che magari hai già stipulato).

Se svolgi attività all'aperto (se per esempio accompagni i turisti in giro per la città oppure organizzi visite guidate), infine, devi avere una polizza che riconosca le attività all’aperto e ti copra ovunque.

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